Modernità e contraddizione: viaggio nel Seicento delle rivoluzioni

Umberto Eco ne parla in termini di disordine e instabilità, di guerre e di pace, di stagnazione economica e di straordinario sviluppo commerciale, di decadenza e di rinnovamento culturale e urbanistico, con la riprogettazione di città e la costruzione di nuove e meravigliose regge (Versailles). Il Seicento è però il secolo delle rivoluzioni politiche, come quelle inglesi, sostenute dalla filosofia di Locke e Hobbes, ma anche artistiche, promosse da una nuova vivacità culturale che consente a Caravaggio, Rembrandt e Vermeer e a scrittori come Shakespeare e Giovan Battista Marino di animare le accademie e le corti di tutta Europa. La rivoluzione forse più conosciuta è quella scientifica: lo studio della natura e dell’uomo conduce Galilei, Newton, Leibniz, e tanti altri filosofi a riflettere su come avviene il processo di conoscenza e più in generale sul metodo di ricerca. La conoscenza non è più occasione per dispute piene di infingimenti, distorsioni o nascondimenti, ma diventa un bene pubblico, al servizio della società ed in grado di promuovere un continuo miglioramento della vita umana. Il sapere deve essere trasmesso, condiviso, preservato dai pregiudizi e dai luoghi comuni che nel tempo si sono accumulati nella coscienza degli uomini: nasce, così, il pensiero moderno e, con esso, una nuova immagine del mondo.

 

 

 

Storia e Filosofia

Bertrand Russell, nella sua Storia della filosofia occidentale, scrive a proposito del Seicento: “quasi tutto ciò che distingue il mondo moderno dai secoli precedenti è da attribuirsi alla scienza, che raggiunse i suoi più vistosi successi nel XVII secolo. […] Il mondo moderno, per quel che riguarda la forma mentis, comincia” nel Seicento. Se pensiamo al passato, filosofi come Platone, Aristotele ed anche San Tommaso, probabilmente non avrebbero avuto difficoltà a capire l’uomo del Rinascimento o la riforma di Lutero; ma forse nessuno, avrebbe compreso il pensiero di Galileo Galilei, di Cartesio o di Newton. Grande è infatti la differenza: questi filosofi propongono una visione meccanicistica della natura, governata da leggi uniformi che l’uomo è in grado di comprendere e spiegare matematicamente. Si tratta di un forte rinnovamento culturale, che si esprime anche nell’ambito della politica e della morale: solo la conoscenza fondata sulle sensate esperienze e sulle certe dimostrazioni e declinata nelle sue applicazioni tecnico-pratiche è utile all’uomo. La verità che io posso dimostrare, scrive un filosofo contemporaneo, Karl Jaspers, “può sussistere anche senza di me, è universalmente valida, non è storica, non dipende dal tempo, ma non è neppure incondizionata, perché dipende dalle premesse e dai metodi della conoscenza”.

 

Storia dell’arte

Quattrocentocinquanta anni fa nasceva un genio della scienza moderna, Galileo Galilei, e moriva uno dei più importanti artisti del Rinascimento: Michelangelo Buonarroti. Il corso ha lo scopo di analizzare i cambiamenti artistici dopo la morte di Michelangelo e soprattutto di evidenziare le caratteristiche dell’arte fiorentina nel Seicento. Questo, infatti, è un secolo importante e ricco di contraddizioni, in cui vengono realizzati gli affreschi del Salone degli Specchi a Palazzo Medici-Riccardi e delle Sale dei Pianeti a Palazzo Pitti; sono gli anni di Caravaggio e dei suoi  seguaci che a Firenze trovano fortuna alla corte di Cosimo III; è il periodo delle Accademie quando la Scienza dialoga con la Natura e con l’Arte. Molto interessante sarà analizzare il rapporto tra i Medici e le scienze, non solo per quanto riguarda il pensiero di Galileo, ma soprattutto dal punto di vista del collezionismo scientifico che in quegli anni si affianca a quello artistico in senso più tradizionale.

Saranno previste visite guidate sul territorio necessarie allo sviluppo e alla comprensione dell’argomento.

 

Letteratura

Il Seicento è il secolo della sperimentazione linguistica e letteraria; nascono nuovi generi, come l’autobiografia, il melodramma e la fiaba letteraria, mentre altri assumono in questo secolo una nuova fisionomia che ancora oggi riconosciamo: è il caso del teatro di prosa (commedia e tragedia), del poema epico, della poesia lirica, del romanzo.

È il secolo in cui in Inghilterra William Shakespeare (che nasce lo stesso anno di Galileo Galilei) scrive le sue intramontabili opere teatrali (Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate per citarne solo due), in Spagna Miguel de Cenvantes compone Don Chischiotte, il primo romanzo moderno, in Francia Molière dà vita ai più famosi personaggi di commedia (ad esempio Don Giovanni, il misantropo, il malato immaginario), in Italia Torquato Tasso e Giovan Battista Marino si cimentano nel poema epico (Gerusalemme liberata l’uno e Adone l’altro), nel teatro, nella poesia inventando un nuovo modo di fare letteratura. È anche il secolo in cui Giambattista Basile, lo “Shakespeare partenopeo” nelle parole di Italo Calvino, scrive Lo cunto de li cunti o Pentamerone che Benedetto Croce definì «il più bel libro italiano barocco». Ma il Seicento è anche il secolo dei ferrei vincoli imposti dal clima della Controriforma e delle rigide regolamentazioni che nel campo della cultura si danno gli intellettuali stessi.

Leggeremo quindi le vicende e le opere di grandi scrittori del Seicento per cogliere il rapporto fra limite e libertà, fra il costituirsi di un canone rigidamente fissato e la straordinaria esplosione di creatività nell’uso della lingua, della metafora, dell’allegoria mitologica.

È stata organizzata una serata a teatro Verdi a vedere Don Giovanni di Molière.

 Nel corso dell’anno è stato avviato un progetto di scambio (Patto di amicizia) con l’associazione francese Art’Hist. Nell’ambito di tale iniziativa è stato realizzato il blog ponteculturale.eu, nel quale i corsisti (italiani e francesi) pubblicano articoli sulla vita delle rispettive scuole ed è stata accolta una delegazione francese. Durante questo soggiorno sono state organizzate visite guidate nel territorio (la Villa Medici di Poggio a Caiano, il Museo archeologico e la Villa Ferdinanda di Artimino, il Museo della paglia, la Chiesa di San Giovanni Battista e la Chiesa di San Lorenzo a Signa, Villa Caruso a Lastra a Signa, la Chiesa di San Martino a Gangalandi, la Badia a Settimo, gli Uffizi).

Le gite del corso...

  • Padova, la città universitaria e l’insegnamento di Galileo (1 giorno)

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Jerome Bruner

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